Al contrario di ciò che pensano i più, quando sostengono che uccidere animali (a qualsiasi scopo) faccia parte della "natura" (umana o meno, non é chiaro questo punto), le leggi pare che diano loro torto, dunque pare che, esattamente come é successo per la schiavitù di esseri umani in passato, le certezze assunte come verità hanno "solo" bisogno di tempo per essere demolite.
Così come non troppi anni fa (in alcuni stati sono esistite forme di schiavitù legalizzate fino a poco meno di trent'anni fa!) veniva considerato giusto sottomettere esseri umani ad altri (o così come ancora a tutt'oggi esistono varie forme di discriminazione di esseri umani ad opera di altri) oggi ancora viene considerato non troppo grave fare lo stesso con gli animali.
Dunque non desta ancora il necessario clamore sapere di uccisioni di animali per scopi utilitaristici affinchè tutto ciò smetta hic et nunc; e neanche il mostrare pare basti a scuotere le coscienze.In Italia, tuttavia, pare che qualcosa si stia muovendo, come é convinto qualcuno che sostiene che la legge 20 luglio 2004, n.189 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 31 luglio 2004) rappresenti una conquista in questa direzione; essa é sostanzialmente (come si legge) una motifica del codice penale in materia di "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate".
Ciò sancirebbe un'"addolcimento" dello specismo umano (detto in sintesi); viene cioè tollerata l'uccisione o l'utilizzo di animali "solo" relativamente ad attività quali la caccia, la pesca, l'allevamento, il trasporto, la macellazione , la sperimentazione scientifica , l'attività circense, la mostra all'interno dei giardini zoologici.
Viene da chiedersi dove sia il confine tra crudeltà e non e, soprattutto, quello tra necessità e non (come recitano le prime parole della modifica su citata.)
L'8 dicembre 2008, le guardie zoofile di Genova hanno fermato e denunciato Sadil Cilmic, musulmano ortodosso, che stava festeggiando la “Grande Festa” (Al-Id Al-Kabir), o “Festa del sacrificio” (Id Al-Adha), celebrata il 10 del mese di dhu al-higgia (l’ultimo mese del calendario lunare). Essa é probabilmente la festa musulmana più importante per i fedeli, dura di solito tre o quattro giorni e prevede l’immolazione di un capo di bestiame nello stesso momento in cui i pellegrini fanno altrettanto nella valle di Mina vicino a La Mecca. E così ha fatto Sadil Cilmic che, per rispettare la festa in questione, ha sgozzato un capretto all'interno di un campo nomadi. La guardia zoofila ha fermato lui e alcune altre persone che avrebbero partecipato al rito dopo aver commesso il fatto e li ha denunciati per maltrattamento di animali e sequestrato la carcassa del capretto e i coltelli, ritenendo che il rito fosse contrario alle leggi italiane di tutela degli animali. Dal canto suo, Sadil Cilmic ha incaricato l'avvocato Giovanni Grammatica di opporsi al sequestro, che verrà convalidato domani, "perché contrario alla libertà di culto prevista dalla Costituzione italiana".
Noi di "liberiamo e liberiamoci" siamo strenui sostenitori della condanna sempre e comunque per l'uccisione di animali e non crediamo che si possano fare delle differenze sul "come" e sul "perchè" si uccida; inoltre crediamo che non solo sia giusto "limitare le libertà di culto" allorché questo abbia bisogno della sofferenza o della morte di esseri viventi per essere pienamente vissuto ma vada messo al bando nella maniera più assoluta.
La libertà individuale (umana e animale) non può essere limitata da folli seguaci di riti primitivi che, per adorare il proprio presunto dio, vestano gli abiti del boia o del torturatore e si arroghino il diritto di fare agli altri ciò che credono sia giusto.
Salviamoli e salviamoci.