Quella contemporanea è una società basata su di un sistema economico capitalistico, che vuol dire che l'accumulo indiscriminato di soldi, ricchezze, proprietà private é legalizzato; non solo ma i politici "che contano" , ossia quelli che (si) fanno le leggi ci tengono a sottolineare quasi ogni giorno che guai ad affidarsi a delle politiche "sinistroidi" non liberali (ossia che non assicurino a chiunque voglia cimentarsi nel fare impresa, o mettersi in affari, o giocare in borsa e basta) campo libero, sarebbe, a loro dire, come dare il paese in mano ad un dittatore terribile e crudele che prima si assicurerà il massimo potere e le massime ricchezze, renderà tutti poveri e infelici, dopodichè, presumibilmente, comincerà, a suo piacimento, a mangiare cuccioli di essere umano.
Quella contemporanea (almeno in Italia) é una società principalmente composta da persone di un'età mediamente superiore ai cinquant'anni, che , dunque, ha bisogno di certezze e di rassicurazioni; é la società che inneggia politici carismatici e, perché no, anche un pò simpatici, anche se ladri e/o mafiosi e/o capitalisti, tanto da eleggerli e rieleggerli come propri rappresentanti nel mondo; le accuse (decine) che li rendono assimilabili a delinquenti, ladri e furbetti sono solo "incovenienti dovuti alla notorietà". E comunque ci può anche stare qualche piccola magagnetta, soprattuto quando si possiede un impero economico dunque quando si fanno affari con chiunque capiti.Quella contemporanea é una società che ormai già da una cinquantina d'anni e più imita spudoratamente le idee, i comportamenti, gli stili di vita, degli americani, ossia la popolazione che prima e più di tutte ha messo in atto in maniera totale la selvaggia concessione di ogni mezzo per poter far soldi, la carta bianca per giocare coi soldi propri e con quelli degli altri. Dunque si può affermare a tutti gli effetti che sono gli USA il paese regno del capitalismo e sono gli USA che primi fra tutti hanno cominciato a subire quella che oggi volgarmente, senza criterio di conoscenza alcuno, viene definita "crisi economica".
Solitamente si definisce crisi una fase di disequilibrio, di instabilità(solitamente momentanea), il passaggio da una fase "migliore" ad una "peggiore", a causa di inevitabilità dovute a fattori in gioco incontrollabili.Purtuttavia così non é, almeno nel volerli considerare tali (i fattori/cause scatenanti/responsabili); non é possibile considerare qualcosa che già era noto, conosciuto, auspicato e auspicabile scientificamente (in termini economico-naturali) "incontrollabile", almeno non su più ampia scala.
Le capacità (quelle reali!) dell'essere umano vanno ben oltre la semplice conoscenza delle conseguenze a cui il sistema capitalisco era ed é votato e,a tutt'oggi, chi continua ad affermarlo addirittura a gran voce, considerandolo come unica speranza e possibilità per il nostro sistema economico o é un folle o é un capitalista privo di alternative.
La cosa che sconvolge (a livello ideale almeno) che questo tipo di considerazioni dovrebbero poter essere fatte senza che la politica, ossia l'arte di amministrare e gestire la cosa pubblica, ossia i nostri soldi e le nostre vite, possa esserne drogata; le riflessione, gli studi, le considerazioni dovrebbero esse fatte da chi é lontano da ogni tipo di "affare", ossia da politici che dovrebbero volere e fare il nostro meglio (quello di tutte e di tutti noi cittadine e cittadini).
Esistono anche delle leggi che regolamentano le incompatibilità tra politica e affari e pure i bambini che cominciano a guardarsi intorno e a giudicare le scelte e i comportamenti degli esseri umani adulti sono capaci di notarlo.
E quando ciò non accade i poitici-affaristi-capitalisti che ci governano (perché sono riusciti sotto gli occhi di tutte e di tutti ad aggirare la legge) soprattutto grazie ai soldi con cui tengono al giogo i propri legali-mercenari, possono permettersi ormai tutto : possono suggerire che in tempi di crisi é meglio consumare di + per non perdere il lavoro e che non spendendo ci si impoverisce sempre più; e che, con o senza lavoro, é necessario consumare sempre e comunque ed é assolutamente necessario farlo quantomeno lcon o stesso vigore di sempre, per non far andare il paese incontro ad una crisi peggiore di quella in cui già è o quella incontro alla quale già stà inevitabilmente versando.
Senza ritegno alcuno, senza vergogna, senza il minimo timore di linciaggio (purtroppo).
Viene da pensare che probabilmente la cosa più giusta da fare sarebbe quella di NON CONSUMARE : il nostro potere + grande é proprio questo, proprio come suggeriscono i nostri cari governanti, noi consumatori facciamo cambiar verso alla direzione non solo del mercato ma permettiamo pure a gente come questa di continuare a fare e a dire ciò che più serve loro, e possiamo decidere chi mandare sul lastrico e/o chi fare arricchire.
Approfittiamo, facciamola davvero qualcosa per cambiar rotta, smettiamo di consumare, limitiamo i consumi e gli acquisti solo e soltanto a ciò che ci é indispensabile.
PASSIAMO PAROLA.
saluti a tutte/i